Considerazioni sulla Stampa

La stampa in edizione limitata è una concezione tipica della fotografia analogica la quale, eredita un retaggio intrinseco della pittura in cui un’opera d’arte era irripetibile. Non vi era una seconda copia e, qualora fosse esistita, non era certamente uguale all’originale. La fotografia analogica, per piccoli numeri o serie, ripeteva questo procedimento. Lo sviluppo e il processo di stampa di una fotografia analogica era tale per cui occorresse una notevole manualità e, pertanto, anche nel migliore dei casi due stampe consecutive non riuscivano mai perfettamente identiche. L’affinazione dell’arte portava uno stampatore professionista, o all’autore stesso, a mantenere un livello di precisione tale per cui si avesse un numero ridotto di stampe fedeli all’idea originale. Tale tipologie di stampe, quasi sempre, venivano effettuate tutte nello stesso istante e quasi sempre numerate. Questa concezione è alla base della stampa in edizione limitata. Le caratteristiche intrinseche di un processo prettamente manuale garantiscono l’unicità dell’opera e motivano una numerazione e la cosiddetta prova d’artista. Ora, benché esistano ancora degli autori che utilizzino il mezzo analogico, la fotografia ha compiuto un salto epocale con l’avvento del digitale. Questo implica un piccolo ed impercettibile cambiamento che fa letteralmente morire il concetto di stampa in edizione limitata. La stampa digitale garantisce un processo automatizzato che, una volta avviato, ha una produzione pressoché immutata ed infinita. Ciò fa in modo che il paradigma illustrato in precedenza crolli, non abbiamo più ragione di legare un qualcosa di esclusivo ad un processo pressoché perfetto. L’odierna fotografia stampata in edizione limitata è basata solo ed esclusivamente su rapporto di fiducia tra acquirente ed autore. Quest’ultimo deve garantire e dichiarare il numero di serie e copie che stampa, attenendosi in tutta la sua vita a mantenere la sacralità di questa dichiarazione. Capite bene, che nel mondo moderno capitalistico, questa concezione non si regge in piedi. La dichiarazione del numero di stampe avveniva anche in epoca analogica, ma era più semplice individuare copie in sovrannumero o simili. Il processo garantiva una doppio vincolo con l’autore. Ora, no. Possiamo creare all’infinito. La stampa in edizione limitata è morta. Occorre attualizzare questo concetto, occorre far capire che non è più la stampa ad essere unica ma, bensì, l’intero lavoro autoriale. Nell’epoca digitale, l’Autore è il centro. Le sue capacità, la sua cultura, il saper osservare, il saper fotografare, il saper stampare autonomamente. Questo deve essere venduto. Acquistando, oggi, una stampa stiamo acquistando tutto questo. Il dogma della stampa in edizione limitata, perpetrato dalle cattedrali della fotografia che ancora imperano nel nostro paese, non dice questo. Probabilmente, allo stato attuale delle cose, l’Autore Fotografico non è più colui che si distingue per una certa tipologia di fotografia ma, bensì, colui che riesce a gestire l’intero processo che porta dalla concezione dello scatto alla stampa. Questo è il nuovo materiale da vendere, perché nel mondo digitale è sempre più raro trovare Autori. Probabilmente la nuova denominazione potrebbe essere Stampa d’Autore in Serie Numerata. La limitazione, l’unicità e la rarità ora è garantita dal termine Autore. Sinonimo garante dell’univocità del prodotto. Uno Scatto, irripetibile.


NOTA: Nelle considerazioni appena illustrate, non si tiene conto della cosiddetta “Stampa Fine Art” perché per chiunque voglia essere riconosciuto come Autore Fotografico, vi è l’obbligo di conoscere e proporre una tipologia di Stampa le cui caratteristiche siano superiori alla norma e che possa avere una durata temporale ben superiore, quantomeno, a quella dell’Autore stesso. Ciò implica uno studio e una conoscenza pratica di come e su cosa si debba stampare. Questo conoscenza non può essere ignorata da chi pratica Fotografia. Al giorno d’oggi è vergognoso ed inaccettabile che i fotografi non sappiano sviluppare e stampare i propri lavori digitali e affidino la maggior parte del processo a soggetti terzi. Per ovviare a questo occorrerebbe educare le nuove generazioni di fotografi digitali alla Stampa. Bisognerebbe smettere di offrire corsi di bassa lega e iniziare un percorso culturale che evolva la Fotografia nella sua interezza. Garantendo questa tipologia di Cultura, si arriverebbe a risultati assai migliori e sarebbe più semplice, per un qualunque fruitore, riconoscere un’Autore Fotografico valevole di Memoria attraverso i Tempi. Inoltre, implementando la Cultura alla Stampa e di concilio alla Fotografia, si nobiliterebbe l’univocità dello Scatto Fotografico. L’unica cosa che contraddistingue un’Autore.


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